"Natale"è una poesia composta nel Natale del 1916, durante un periodo di licenza che Ungaretti trascorse a Napoli presso alcuni amici. Il momento di tregua dalla guerra consente al poeta un attimo di respiro: l'uomo straziato dal dolore per la morte dei compagni davanti ai suoi occhi. L’opera evidenzia tutta la tristezza del poeta, ancora impressionato dalla brutalità della guerra che non risparmia nessuno, e non ha voglia di passeggiare nelle piccole strade affollate di gente, durante le feste natalizie. Ungaretti frantuma i versi per dare l’impressione di un singhiozzo. Questo ritmo crea infatti tristezza e raggela l’animo del lettore, il che contrasta con l’immagine del caminetto, il quale più che calore pare evocare quelle emozioni che mancano. La poesia presenta figure retoriche come la metafora e la similitudine.
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole di fumo
del focolare
con le quattro
capriole di fumo
del focolare
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