"Due schiaffi alla democrazia in Italia" di Ivan Gallozzi
Giovedì 12 gennaio sono stati sferrati due sonori ceffoni in faccia alla democrazia in Italia. Il primo schiaffo è il diniego della Camera dei Deputati di dare il via libera all'arresto di Nicola Cosentino, accusato di associazione camorristica come referente politico del clan dei Casalesi, una vergogna degna da paese incivile. In aula si sono sentiti applausi e grida di giubilo per lo scampato pericolo di "uno di loro" della casta/cosca di cui si è riempito il Parlamento italiano, la legge in Italia non è uguale per tutti, oggi è stato riconfermato, l'articolo 3 della Costituzione è lettera morta in un paese alla deriva morale culturale ed istituzionale.
Il secondo schiaffo dato alla democrazia è stata la bocciatura della Corte Costituzionale dell'ammissione dei due referendum per la cancellazione dell'attuale legge elettorale -il porcellum- che ha di fatto escluso i cittadini italiani dall'esercizio politico e democratico di eleggere i suoi rappresentanti in Parlamento, tutto rimarrà com'è, non aspettatevi cambiamenti dai partiti politici, non vogliono il cambiamento della attuale legge elettorale, è solo propaganda, vogliono continuare a decidere loro chi nominare e chi no. Abbiamo un Parlamento di nominati che risponde a cinque segretari di partito e non risponde più ai cittadini, e questo status quo rimarrà invariato, siamo stati esautorati anche dall'unico strumento di democrazia diretta, il referendum, la Corte Costituzionale si è purtroppo piegata alla volontà dei partiti e del Capo dello Stato che non voleva ulteriori frizioni parlamentari che potessero far traballare il governo Monti da lui voluto. Comunque per esprimere un giudizio definitivo e lapidario a questa nuova vergogna aspettiamo fine mese quando saranno pubblicate le motivazioni della Corte.
Ma una cosa è ormai certa; in Italia la democrazia è solo formale, non sono più i cittadini a decidere il loro futuro, ma sono le caste che lo hanno soffocato e lo stanno strozzando a morte. Fossi un politico comincerei a preoccuparmi per la rabbia che sta montando nel paese, soprattutto nelle classi sociali più disagiate, il rischio della tenuta sociale del paese è molto concreto, e a giocare troppo con il fuoco prima o poi ci si brucia. A buon intenditor poche parole, la gente è stufa, e se accorgeranno molto presto se continueranno su questo crinale.
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