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lunedì 16 gennaio 2012

"Chi può torni alla vita rurale" di Ivan Gallozzi.

Purtroppo non hanno capito che dalla crisi non si esce con manovre lacrime e sangue, né con i tagli allo Stato sociale, in tempi di forte recessione e deflazione come questo, lo insegnava Keynes, il più grande economista del secolo scorso, si esce solo con la domanda aggregata, ovvero con l'intervento forte e massiccio dello Stato nella politica economica e monetaria a dare supporto e ammortizzatori adeguati alla crisi, e investendo per far ripartire l'economia, i tagli allo Stato sociale si possono fare in tempi di espansione economica e crescita, farli in questa condizione significa far fallire il Paese intero, le manovre lacrime e sangue non serviranno a niente se non riparte l'economia reale del Paese, perché se non produci ricchezza quelle manovre servono solo a coprire i buchi di bilancio o a pagare debiti pregressi, ma tra due mesi siamo da capo e bisognerà farne altre, e poi altre, e altre ancora, fino al default inevitabile. La Grecia dovrebbe insegnare qualcosa al riguardo, stanno abbandonando i figli alle associazioni umanitarie perché non possono più dargli nemmeno da mangiare, ed è la stessa situazione della Germania post bellica dopo la grande guerra, i vincitori Anglo/Francesi posero delle misure talmente pesanti da sopportare che la Germania fallì, si andava a comprare un kilo di pane con le carriole piene di marchi. Dobbiamo imparare dalla storia, Keynes l'ha insegnato per 50 anni in tutto il mondo, ma i leader europei sono sordi e ciechi e ci porteranno alla fine dell'euro e dell'Unione Europea con questa politica sciagurata e senza una visione a lungo termine della crisi. Prepariamoci al peggio, chi può, chi ha un pezzo di terra, chi ne ha la possibilità, e non sto scherzando, cominci o impari a piantare un orto, ad allevare animali da cortile come galline, conigli, pecore, perché il futuro sarà la sopravvivenza, e sopravvivrà a quello che ci aspetta solo chi potrà garantirsi il cibo in autonomia, tutto il resto diventerà ininfluente, inutile, nelle città non potremo mangiarci l'asfalto e il cemento, e sarà la guerra civile, quindi chi ne ha la possibilità, lasci le città il prima possibile e torni alla vita rurale, che sarà l'unica che potrà garantire alle famiglie di sopravvivere a questa crisi che esploderà sempre più nei prossimi anni, fino a portarci all'intero default economico su scala nazionale ed europea, perché con queste politiche è garantito che accadrà, ma pensarci allora sarà troppo tardi, bisogna cominciare a costruire prima la zattera di rifugio. Molti considereranno questo discorso troppo pessimistico, ma se leggete la storia recente e passata, quando le crisi sono state sottovalutate o peggio affrontate nel modo sbagliato -come adesso- le cose sono sempre andate a finire malissimo.

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