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mercoledì 28 settembre 2011

Sii abbastanza saggio da non aspettarti mai la gratitudine da nessuno, sopratutto da coloro che avranno ricevuto di più, ricorda sempre di dimenticare in fretta il bene che farai, altrettanto velocemente dovrai lasciare scivolare via da te i torti subiti, la vita è troppo breve per sprecarla nel serbare rancori....
Lascia sempre una parte del tuo cuore in ogni persona che amerai, ma conserva anche tu una parte del loro nel tuo, e non vivere mai di lamento per un tempo maggiore di un sorgere e calar di sole, conserva sempre la tua dignità e la tua fierezza anche se dovrai librarti in volo con un'ala ferita, e il tuo "si" sia sempre si, così come il tuo "no"... e se un giorno ti succederà di perderti, non arrestare il tuo cammino, a volte la vita fa giri impensabili, immensi, solo per riportarti allo stesso bivio da cui sei partito....

lunedì 12 settembre 2011

Un giorno il tempo si fermò.....

Un giorno il tempo si fermò, non so dire per quanto rimase immobile, sospeso, forse un istante, o forse degli anni.... si fermò! Semplicemente, così come si arrestano i passi di un cammino, come un treno che arriva in stazione, o una nave che si ancora al porto.....Tutto sospeso tra la vita di prima e il dopo, una catarsi rinnovatrice.... Poi il tempo tornò a scorrere regolare, fuori dalla clandestinità, a ritmi costanti e misurabili, ma di quel lontano periodo mi rimane intatta, tutta la realatività delle nostre incociliabili esistenze.... -Ivan Gallozzi-


Doves - Satellites

Nitin Sawhney - Say Hello

mercoledì 7 settembre 2011

Testamento.

Quando un giorno "speriamo ancora lontano" me ne andrò, poichè nessuno ha stipulato ancora un contratto d'eternità con il Padre Eterno, al mio "funeral blues" laico dovrà essere diffusa questa canzone dei Guns' Roses, "November Rain" che considero la colonna sonora della mia vita......

martedì 6 settembre 2011

"Oceano mare"


Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi.
E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume
- immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.
Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita.
E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare..... tutto sarebbe, finalmente umano.  -Alessandro Baricco-

lunedì 5 settembre 2011

C’era una vigna su questa collina....



C’era una vigna su questa collina, Io ed Igor ci correvano felici, come solo i bambini di otto anni possono esserlo, di quella felicità irreale ed eterea fatta di fantasia e scoperta….. oggi c’è una recinzione invalicabile, buona per qualche speculazione edilizia, la vigna è stata estirpata, e solo la punta più ad ovest, da dove si poteva rimirare il panorama della vallata fino al fiume è rimasta intatta, troneggiante , come allora, quando spizzicando acini d’uva sottratti di nascosto al contadino, ci riposavamo osservando il vasto panorama, come guerrieri, a riposo dopo la battaglia…. –Ivan Gallozzi-




La Mente Silente.



La mente può essere considerata, come suggeriscono le più importanti tradizioni orientali, un fiume in piena  con migliaia di affluenti identificabili come la capillare canalizzazione dei nostri pensieri. Continuamente, tramite queste arterie eteree, viene riversato riempimento nel suddetto vaso-mente, rendendolo perennemente traboccante e mai sgombro ed atto a ricevere il sussurro del profondo sé.
A volte capita però, che si viva un momento, un solo istante, un attimo fuggente,  in cui la mente smette di riversare il suo effluvio di pensieri diventando profondamente silente. In queste rarissime occasioni, lo sproloquio mentale tace, il vaso resta vuoto per un brevissimo istante ed è possibile ricevere tutto ciò che vi è di più sfuggente ed intangibile al di là del pensiero. In questa precisa dimensione, ossimoricamente al di fuori del tempo, l’universo ci parla, in un linguaggio fatto di intento totale, coniugato ad un presente infinito. Tale momento rende possibile tutto, perché tutto è attuale e tutto è attuabile. Viene spontaneo chiedersi come sia possibile svuotare la mente-vaso, sempre così affollata di pensieri e congetture. La soluzione a questo dilemma è insita in ognuno di noi fin dalla nascita; rappresenta uno speciale stato dell’essere. Per comprendere appieno questa condizione si può ricorrere ad un esempio: lo stato d’animo della mente silente si avvicina moltissimo alla sensazione che si ha quando nella vita non vi è  più nulla da perdere!  In quel preciso istante non si teme più nulla, non si pensa più a nulla, non si ragiona più su niente, perché la mente è vuota; accetta semplicemente il qui ed ora, l’hic et nunc, si identifica e dissolve nell’adesso in  un presente infinito. E’ lapalissiano come sia difficile ricondurre questo non-stato nella vita di tutti i giorni.
Difficile però non significa impossibile; il solo tentativo di esercitare la facoltà dello svuotamento mentale porta di colpo a vedere, non solo a guardare, ad ascoltare non soltanto a sentire, divenendo, pian piano, un tutt’uno con l’infinito agente.     -Daniele Segreti-

domenica 4 settembre 2011

CONDANNA DEL RICORDO…..

…la condanna del ricordo, del fatto che gli eventi e le persone ritornino e appaiano indefinitamente e non cessino del tutto né passino del tutto né ci abbandonino mai del tutto, e a partire da un certo momento dimorino o abitino nella nostra testa, da svegli o in sogno, si stabiliscano lì in mancanza di luoghi più confortevoli, dibattendosi contro la propria dissoluzione e volendo incarnarsi nell’unica cosa che rimane loro per conservare il vigore e la frequentazione, la ripetizione o il riverbero infinito di ciò che una volta fecero o di ciò che ebbe luogo un giorno: infinito, ma ogni volta più stanco e tenue. Io mi ero trasformato in quel filo. -Javier Marìas-

Bloc Party - Kreuzberg

Tanta è la strada che ci lasciamo dietro le spalle, tanti i passi dimenticati, ma alcuni no! Ad alcuni d’essi sappiamo dare la loro giusta collocazione, sappiamo quale sia stata la genesi che li ha prodotti, quale il percorso che hanno formato, e quale l’inevitabile fine a cui sono giunti: Questa canzone appartiene a quei passi “collocabili” e “non dimenticabili” che hanno trovato la loro genesi nell’ottobre del 2007 e il loro termine nel luglio del 2010. –Corso Serale Sirio Ragionieri Programmatori presso la Scuola Statale I.T.C.G. Paolo Toscanelli-


venerdì 2 settembre 2011

Sigur Rós - Ára Bátur

....poiché la disperazione era un eccesso che non gli apparteneva, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale..... -Alessandro Baricco-


Sigur Rós - Fljúgðu

Perché è così che ti frega la vita.
Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine,
o un odore, o un suono che poi non te li togli più.
E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri
da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva.

Alessandro Baricco









Sigur Rós

 

 Membri

Attuali

Componenti precedenti

  

Nascita del gruppo

Il 4 dicembre 1994 Jónsi Birgisson, Ágúst Ævar Gunnarsson e Georg Hólm diedero vita ai Sigur Rós: il nome lo presero in prestito dalla sorellina di Jónsi nata proprio in quel giorno, Sigurrós (Rosa della Vittoria). Cominciarono poi subito a registrare il loro primo album; per il loro primo singolo (Fljúgðu) impiegarono appena sei ore. Grazie a questo brano il gruppo trovò subito un'estimatrice, la ben più famosa conterranea Björk, che fece pubblicare il brano nella compilation che celebrava il cinquantesimo anniversario dell'indipendenza islandese.
Dopo questo inizio folgorante si presentarono i primi problemi: innanzitutto economici (lo studio venne pagato riverniciando le pareti), gli studi di Georg in Inghilterra, gli impegni di Jónsi con un altro gruppo, i Bee Spiders. Inoltre, alla fine delle sessioni di registrazione le canzoni erano completamente differenti dalle versioni originali. Allora il gruppo prese in considerazione l'ipotesi di ricominciare tutto da capo, ma rinunciarono perché l'operazione sarebbe durata troppo a lungo.

Von

Il primo album Von (speranza) nacque nel settembre 1997, dopo un lavoro di tre anni, grazie ad un accordo con l'etichetta Smekkleysa (Bad Taste). Il suono dell'album si dimostra distante dagli ultimi pezzi prodotti dalla band, un po' troppo grezzo e non sempre completamente a fuoco, frutto anche dell'ancora scarsa esperienza dei componenti del gruppo, la cui età media all'uscita del disco era di neanche 21 anni. Non mancavano comunque pezzi notevoli quali l'iniziale "Sigur Rós", sorta di viaggio ambient tra i vulcani innevati dell'Islanda, "Myrkur" il primo singolo che balzò subito in testa all'hit parade nazionale, "Von" e "Hafssól", brano che la band ancora esegue abitualmente durante i concerti. Il disco, uscito inizialmente soltanto in Islanda, venne commercializzato nel resto del mondo solo dopo il successo avuto con il terzo album.
Fu subito un successo per la critica ma le vendite furono scarse. Poco dopo l'uscita di questo album si unì al gruppo il tastierista Kjartan Sveinsson e cominciarono i lavori per il secondo album: i primi risultati vennero subito commentati come «un buon inizio» dai loro stessi amici, e per questo decisero di intitolare così l'album: Ágætis byrjun. Il lavoro però rallentò molto anche a causa dell'uscita dal gruppo del batterista Ágúst Ævar Gunnarsson che decise di intraprendere la carriera di grafico sacrificando la musica. Con il nuovo batterista Orri Páll Dýrason la band raggiunse la formazione definitiva che resiste ancora oggi. Nel frattempo pubblicarono in Islanda una raccolta di remix che divenne popolare: Von brigði.

Ágætis byrjun

Dopo una grande attesa uscì nel giugno del 1999 Ágætis byrjun, il capolavoro che portò alla ribalta i Sigur Rós. Nel disco viene codificato l'originalissimo sound del gruppo, fatto di lunghe suite al limite del mistico, paesaggi sonori che ricordano l'atmosfera della loro terra natia, melodie orchestrali. Nella musica dei Sigur Rós convivono meravigliosamente la voce femminea, quasi bianca, del cantante, e le distorsioni noise delle chitarre.
L'acclamazione della critica e del pubblico fu unanime ed al grande successo in patria seguì quello internazionale. I premi come "Miglior album" e "Miglior gruppo dell'anno" in Islanda furono i primi di una lunga serie. Nel Regno Unito vennero pubblicati due singoli: "Svefn-g-englar" (sonnambuli, ma englar significa angeli) e "Ný Batterí" (nuove batterie). A questi singoli seguì l'album nel 2000. Le major statunitensi fecero a gara per accaparrarsi i diritti, ma la band preferì la libertà al tornaconto economico e firmò un contratto con la Pias Recordings. Il successo di Ágætis byrjun aprì le porte ai Sigur Rós della grande scena musicale: fecero da spalla ai Godspeed You Black Emperor! e ai Radiohead, si susseguirono inoltre festival e concerti in tutto il mondo dal gennaio 2000 all'ottobre 2001.
Con i primi soldi guadagnati costruirono uno studio di registrazione a Mosfellsbær, nei dintorni di Reykjavík: un ambiente tranquillo dove poter lavorare serenamente alla nuova opera.
La canzone "Hjartað hamast" (bamm bamm bamm) è colonna sonora nel film Immortal ad Vitam di Enki Bilal, film francese di genere fantastico, ispirato ai fumetti dello stesso Bilal.

( )

( )[1] fu il terzo lavoro del gruppo, uscì nel 2002; con questo album, la band mostrò un cambio di rotta evidente. L'album comprende otto tracce e 30 secondi di silenzio dividono esattamente a metà l'opera. Ogni metà comprende quindi quattro canzoni, «le prime solari e ottimistiche, le seconde più oscure e malinconiche» come hanno affermato gli stessi componenti del gruppo. Il suono è minimale e "Untitled 1" e "Untitled 3" sono addirittura prive di batteria e percussioni. L'artwork è completamente spoglio, senza testi né crediti.
La particolarità di ( ) è proprio nei testi, che in realtà non esistono, dato l'esclusivo utilizzo del vonlenska o hopelandic, una sorta di lingua artificiale inventata dal gruppo stesso. Nel tour seguente a ( ) le Amiina, quartetto d'archi formato da compositrici di musica sperimentale, oltre a curare l'apertura dei concerti suonano anche con il gruppo come accompagnamento.
Nel 2003 nasce il video "Untitled 1 (Vaka)", scritto e diretto dalla videomaker Floria Sigismondi.
Inizialmente, la band aveva intenzione di registrare ( ) in una base dismessa della NATO situata nella parte nord dell'Islanda, ma dopo un sopralluogo rinunciò per ragioni di praticità. Poco dopo fu trovato un complesso con una piscina abbandonata ad Àlafoss. Il gruppo comprò tale complesso e lo trasformò in uno studio di registrazione, dove incise ( ). Per collocarvi il grande mixer si dovette aprire una parte del tetto e trasportarla con una gru.
Nel 2004 viene pubblicato un EP del gruppo dal titolo Ba Ba Ti Ki Di Du per la Geffen, storica casa discografica dei Nirvana.

Takk...

Dopo una lunga attesa a settembre del 2005 è uscito il quarto album della band, Takk... ("Grazie..."). Il disco come sonorità risulta più vicino ad Ágætis byrjun che a ( ), e tra le atmosfere fredde, rarefatte e malinconiche del gruppo si intravede un po' di luce primaverile, grazie a una sonorità più alta della chitarra e una sonorità più rock. Il disco è quindi più accessibile dei precedenti, ma il suono dell'album è in ogni caso ben lontano da quello di lavori che la critica è solita catalogare sotto la voce pop-rock. Si tratta, non a caso, del primo disco inciso dalla band per una major, la EMI. In Takk... si ritorna al cantato in islandese e per la maggior parte degli undici brani presenti sul disco la band torna dunque a scrivere veri e propri testi.
Hoppípolla, il secondo singolo ufficiale di Takk... dopo Glósoli, è stato pubblicato a novembre in contemporanea con un nuovo remake in studio di Hafsól, una canzone precedentemente rilasciata nell'album di debutto della band del 1997, Von.
Un EP è stato pubblicato a luglio 2006, Sæglópur. In origine avrebbe dovuto essere pubblicato a maggio, ma a causa dell'improvvisa richiesta di "Hoppípolla" è stato posposto fino al mese estivo. I Sigur Rós hanno registrato tre nuove canzoni in quell'EP ("Refur", "Ó Fridur", e "Kafari"). A luglio 2006 la band ha terminato un tour mondiale con diverse tappe europee, negli Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Hong Kong e Giappone. Gli impegni successivi del gruppo sono stati diversi concerti all'aperto gratuiti tenuti in Islanda in luglio e agosto, che sono stati inclusi nel documentario Heima.

Heima e Hvarf-Heim

Nell'agosto del 2007, è stata pubblicata un'edizione limitata DVD+CD della colonna sonora del documentario del 2002 Hlemmur. L'uscita di Hvarf-Heim è programmata per il 5 novembre; si tratta di un album doppio che contiene diverse registrazioni in studio di canzoni inedite ("Salka", "Hljómalind" (in passato conosciuta come "Rokklagið"), "Í gær" e "Von"), in Hvarf, e versioni acustiche delle canzoni: "Samskeyti", "Starálfur", "Vaka", "Ágætis Byrjun", "Heysátan" e "Von", su Heim. Nel medesimo giorno sarà pubblicato il DVD Heima, sul tour dell'estate precedente in Islanda. Appena prima dell'album, è stato pubblicato il singolo Hljómalind. È stata inoltre programmata per gennaio 2008 la pubblicazione del DVD+CD del pezzo orchestrale del 2002 Odin's Raven Magic.
Per promuovere il film "Heima" il gruppo ha programmato una serie di anteprime in diversi posti del mondo, e ogni data include una performance acustica e una serie di domande e risposte.

Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust

Nel novembre del 2007, New Musical Express ha affermato che la band era in fase di registrazione del loro quinto album effettivo (Von brigði e Hvarf-Heim sono delle raccolte e riedizioni di precedenti pezzi), insieme al produttore Flood dei Nine Inch Nails. Il batterista della band, Orri Páll Dýrason disse che l'album era previsto per la fine del 2008, mentre la band aveva già registrato qualche pezzo e ultimato la scrittura delle canzoni del nuovo album.[2]
Alla fine di febbraio 2008 nel sito ufficiale della band è stato riportato che il gruppo, insieme a Flood, ha registrato le basi per il futuro album[3]. Delle 11 canzoni registrate, una è stata suonata per un ristretto pubblico alla festa di chiusura di un locale di Reykjavík, il Sirkus. L'uscita dell'album è programmata per il 23 giugno.[4] È stato affermato che questo ultimo album è diverso, sotto un punto di vista stilistico, da tutti i precedenti, comprendendo meno archi e più chitarre.[5]
Secondo il sito ufficiale, la band avrebbe registrato l'album il 24 aprile 2008 presso gli Abbey Road Studios a Londra, con un coro di ragazzi e un'orchestra di 67 strumenti. I testi delle canzoni saranno "più comprensibili" rispetto agli album precedenti (che avevano molte canzoni scritte in Vonlenska), almeno questo secondo Orri. Questa affermazione ha alimentato speculazioni sul fatto che l'album potrebbe avere testi in inglese, in seguito confermate, in quanto una canzone, intitolata "All Alright" sarà in questa lingua[6].
Il 27 maggio è stata annunciata sul sito ufficiale la data di uscita dell'album, fissata per il 23 giugno 2008, ed è stato annunciato anche il titolo di questo nuovo prodotto: Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust (in italiano: "Con un ronzio nelle nostre orecchie suoniamo senza fine")[7]-
Il 28 maggio dello stesso anno la band ha annunciato di aver messo a disposizione di tutti, sul sito ufficiale, "Gobbledigook", una canzone del nuovo album, insieme al video.[8][9]

Curiosità


  • Il cantante Jónsi è gay e cieco da un occhio. Da piccolo questi due elementi furono causa di emarginazione per lui. Tutto questo, unito alla prematura scomparsa di sua madre ha notevolmente influenzato la musicalità e i testi delle canzoni. La discriminazione sessuale è anche alla base del video di Viðrar Vel Til Loftárása. Della sua cecità si è fatto una ragione, affermando di non riuscire ad immaginare la visione stereoscopica del mondo.
  • Per suonare la chitarra Jónsi utilizza un archetto di violoncello, tale abitudine è nata quando un giorno, Àgúst (l'ex-batterista) ne ricevette uno per il suo compleanno e Georg provò a usarlo per il suo basso, ma il suono era pessimo, e allora Jónsi lo provò sulla sua chitarra, il che diede risultati migliori. Da quel momento Jónsi usa l'archetto in ogni concerto.
  • I testi sono principalmente in islandese ma Jónsi fa uso del cosiddetto "hopelandic" (in islandese vonlenska, dal nome dell'album), un linguaggio inventato che il cantante è solito utilizzare poiché considera la voce come uno strumento musicale, esente da messaggi. Solo Ágætis Byrjun ed alcuni brani di Takk... sono cantati interamente in islandese.
  • Parte della traccia audio di Starálfur è palindroma: rimane esattamente invariata se ascoltata al contrario. L'introduzione dell'album è una parte della traccia omonima, Àgætis Byrjun, ma al contrario. Avalon è una parte di Starálfur, ma rallentata.
  • La prima canzone registrata per l'album Àgætis Byrjun è stata la canzone omonima, che all'inizio non aveva un titolo. Dopo aver ultimato la stesura della canzone, la band la eseguì per gli amici presenti, i quali l'apprezzarono molto e dichiararono che era "un buon inizio", e così l'album e la canzone presero questo nome.
  • Viðrar vel til Loftárása (da Àgætis Byrjun) significa "bel tempo per bombardamenti aerei". Una volta, nella TV islandese, durante la guerra del Kosovo, un meteorologo disse ironicamente: "í dag viðrar vel til loftárása" (oggi c'è un bel tempo per bombardamenti).'I Sigur Rós diedero il nome alla canzone da questo avvenimento.
  • Il cembalo in Ný Batterí è un cembalo che trovarono per strada piegato, probabilmente schiacciato da un'automobile. Il suo suono piacque ai membri del gruppo e scrissero la canzone proprio partendo da questo strumento.
  • Tre dei video del gruppo erano all'inizio pensati per altre canzoni: il video di Svefn-g-englar era originariamente per Viðrar vel til Loftárása, il video di Viðrar vel til Loftárása era originalmente previsto per Starálfur e il video di Vaka (untitled #1) era inizialmente pensato per Njónsavélin (untitled #4).
  • Tutti i video del gruppo hanno come protagonisti bambini, o adulti che si comportano come tali. Quello di Viðrar vel til loftárása affronta il tema dell'omosessualità di due giovanissimi, con dei probabili cenni autobiografici nonostante l'ambientazione anni 'Sessanta, un'epoca molto chiusa per gli Islandesi; in quello di Svefn-g-englar ci sono dei ragazzi affetti di sindrome di Down vestiti con una tunica bianca inseriti in un contesto quasi bucolico; C'è un bambino anche nel video di untitled #1. Nel video di Hoppípolla due gruppi di anziani vestiti da pirati fanno scherzi e si affrontano in battaglie con spade di legno; quello di Glósóli sembra uscito da una storia di Peter Pan; in Sæglópur infine c'è sempre un bambino, questa volta alle prese con le profondità marine.
  • I produttori del David Letterman Show offrirono al gruppo 3 minuti per suonare nel 2001, ma i Sigur Rós rifiutarono poiché il tempo non era sufficiente per una canzone, allora gliene offrirono 4, un tempo ancora troppo esiguo per lo stile della band, la cui durata media di una canzone è attorno ai 7-8 minuti.
  • I Sigur Rós confezionarono e incollarono in proprio le scatole delle prime stampe di Àgætis Byrjun, con il risultato che molti dei CD furono inutilizzabili per la colla colata su di essi.
  • Tutti gli schizzi sulla copertina di Àgætis Byrjun furono fatti con una penna a sfera Bic.
  • La prima canzone che Jónsi ha imparato a suonare alla chitarra è stata Wrathchild degli Iron Maiden, all'età di 13 anni. Gli Iron Maiden rimangono tuttora come una delle band preferite di Jónsi. Il gruppo preferito di Orri sono stati i Black Sabbath. Tutti i membri della band hanno gusti diversi in fatto di musica ma condividono l'ammirazione per Leonard Cohen.
  • Nel 2000, i Sigur Rós doppiarono un videogame matematico per i bambini islandesi chiamato Reiknibíllinn (l'automobile calcolatrice).
  • Nel giugno del 2000, i Sigur Rós fecero una sorpresa ai fan con un'esibizione non annunciata in un piccolo negozio di musica a Reykjavík sotto lo pseudonimo di W.H.M. In seguito fu rivelato che l'acronimo sta per We hate music, ossia "odiamo la musica".
  • Il 4 luglio 2006 la band tenne un concerto a Ferrara. L'esibizione fu anticipata di mezz'ora per evitare che fosse disturbata dai caroselli dei tifosi nel caso che la Nazionale italiana di calcio avesse battuto la Germania nella semifinale del Mondiale tedesco, come poi accadde. Inoltre il 4 luglio è anche il giorno del compleanno del batterista Orri, al quale fu intonato un Tanti auguri a te (in islandese), da parte della band.
  • Il tastierista Kjartan Sveinsson dal 2001 è sposato con María Huld Markan, violinista delle Amiina.
  • Il programma di Italia 1 Mistero utilizza spesso alcuni loro brani come sottofondo durante gli interventi in studio.
  • La canzone numero 7 "Dauðalagið" di ( ) è stata utilizzata per il trailer di lancio del videogioco Dead Space.
  • La canzone "Festival" è stata utilizzata per il finale del film "127 Ore" del regista "Danny Boyle"
  • La canzone "Hoppipolla" è stata utilizzata come sfondo musicale per la scena finale del film "Penelope" del 2006 (regia di Mark Palansky).
Il 3 agosto 2011 sul sito della band è stata annunciata una nuova collaborazione con il regista Cameron Crowe per la colonna sonora di un nuovo film che uscirà il 23 dicembre nelle sale statunitensi e che ha come titolo we bought a zoo.eighteen seconds before sunris.

giovedì 1 settembre 2011

Pianoforte melodico.



Questo pezzo di pianoforte mi ha fatto tornare in mente un episodio toccante della mia infanzia.
Avrò avuto sette, forse otto anni, mia madre mi chiese quale attività ricreativa post scolastica volessi fare, ed io gli risposi che volevo imparare a suonare il pianoforte... allora lei si chinò alla mia altezza, e tenedomi per le spalle mi disse:"sono sicuro che saresti un bravo pianista, ma non possiamo permetterci un pianoforte, costa troppo, dovresti scegliere un altro strumento musicale"..... scelsi la chitarra, e non me ne pento davvero, ma quel suono dolce toccante e malinconico del pianoforte mi è rimasto dentro, e riesce a toccare le corde più profonde del mio animo.